L’INFORTUNIO NELLA CORSA E NEL TRIATHLON

Chiariamo subito: l’infortunio nella corsa (e nel triathlon) nel 99,9% dei casi è dovuto ad ERRORI IN ALLENAMENTO. Errori di quantità e di qualità rispetto a chi si è a livello atletico e a ciò che ci si può permettere.

FATTORI SOGGETTIVI ED OGGETTIVI

Cosa definisce chi si è in rapporto ad una disciplina sportiva?
Fattori soggettivi: propria anatomia, tecnica e biomeccanica, età, peso, esperienza, condizioni al momento dell’allenamento, livello di stress procurato dalla giornata…

A tutto questo si aggiungono fattori esterni (od oggettivi): condizioni atmosferiche, terreni in cui si corre, scarpe, etc etc.

LINEA DI GALLEGGIAMENTO

Il rapporto fra questi fattori sottolinea un valore di stress ideale a cui è possibile far fronte, che a me piace definire LINEA DI GALLEGGIAMENTO.

E’ molto probabile che il carico quantitativo e/o qualitativo di quel giorno porti al di sotto di quella linea. Ci sta. Non è sempre possibile sapere esattamente quanto carica al millesimo. Non siamo robot.
Inoltre non dimentichiamoci che per migliorare una qualità è innanzitutto necessario stressarla. Quindi non tutto il male viene per nuocere.

IL RECUPERO

A questo punto entra però in campo un ulteriore ed importantissimo concetto: IL RECUPERO.

Se l’allenamento porta al di sotto della linea di galleggiamento, e quindi ad uno stato di apnea, la prima cosa di cui è necessario preoccuparsi è tornare a galla a respirare: ecco cosa è il recupero.

L’infortunio nasce da un rapporto errato fra i carichi che si sopportano in allenamento e il recupero che ci si concede.
Quando cioè si pretende di stare troppo in apnea.
Il “debito di ossigeno” che si accumula, alla lunga provoca l’annegamento, cioè l’infortunio.

Il più grosso errore, da questo punto di vista, è MENTALE: siamo tutti portati a sopravvalutarci. Lo starting point è l’ignorare sè stessi: poca umiltà, poca sensibilità, scarsa voglia di comprendersi.

Chiudo questo discorso con una provocazione a cui chiedo a voi di rispondere.

Provate a collegare l’infortunio con questa affermazione:

“perchè siamo così bravi a consigliare e giudicare gli altri da fuori, ma quando si tratta di giudicare noi stessi, nella maggioranza dei casi, non sappiamo da dove cominciare?”.

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