EFFICIENZA NELLA CORSA

Sul mio profilo Instagram ho parlato di recente dell’efficienza nel ciclismo e dei fattori che la sottolineano.
Se passiamo alla efficienza nella corsa le cose si complicano perche’ eliminiamo un mezzo che ci obbliga ad un movimento ripetitivo e forzato e lo sostituiamo con il nostro corpo, con tutte le variabili del caso.
Nel piccolo schema riassuntivo che ho preparato (vedi immagine di seguito) sono “spremuti” i concetti base.

A parte talento e predisposizione, occupa una notevole importanza la biomeccanica di corsa ovvero la tecnica vera e propria.
In questo, la corsa ha molti punti di contatto col nuoto dove proprio la tecnica diventa imprescindibile per l’ottenimento di un gesto economico e vantaggioso.
Ecco fondamentalmente perche’ l’esperienza nel running conta eccome.
Esistono infatti due modi per essere economici con le scarpette indosso e dipendono entrambi da essa:
1. TANTI KM ALLE SPALLE
Attraverso i km il nostro corpo assimila il movimento, lo metabolizza ed impara ad averci a che fare nel modo più economico e meno traumatico possibile.
2. ESERCIZI MIRATI PER IL MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENZA MECCANICA
Tutto ciò che migliora la tecnica è importantissimo al fine dell’ottenimento dell’economia generale.
Pensate, ad esempio, ad un runner di buon livello, con un VO2Max di apprezzabile valore su cui poter lavorare, ma una falcata bloccata da una scarsa mobilità articolare o un movimento anomalo delle braccia oppure una scarsa risposta neuromuscolare e un tempo di contatto al suolo esageratamente lungo.
Non sara’ certamente economico e la sua corsa perdera’ senza dubbio di efficacia.
Insomma, da questi due punti non si scappa.
Il goal è, col tempo (come sottolineato nello schema che ho allegato sopra), trasformare l’efficienza meccanica in efficienza metabolica, cioè far sì che il gesto sia il piu’ economico possibile proprio per garantire al nostro organismo una gestione parsimoniosa di ciò che a livello genetico gli mettiamo a disposizione.
Genetica, già.
Prendiamo cuore e circolazione ad esempio.
Non dimentichiamoci che oltre un certo tetto di efficacia cardiocircolatoria il nostro corpo non puó andare. Quindi l’unico vero modo per migliorare, raggiunti certi livelli, rimane andare a toccare tutti gli altri “slide” (biomeccanici) che si possono ancora alzare (pensate ad un mixer per un fonico, con i vari slide da regolare).
Un’ultima cosa:
Ciò che è necessario specificare è che quando parliamo di efficienza nell’ambito di endurance il soggetto è sempre l’efficienza in relazione ad una certa velocità.
ATTENZIONE, perchè l’abilità di correre a varie velocità va allenata.
Uno degli aspetti più interessanti in ambito di allenamento di resistenza è infatti saper trovare economia a varie velocità.
Il podista o il triatleta che tende ad allenarsi sempre allo stesso passo o poco distante da lì, non sarà mai veramente efficiente in generale, poichè non avrà gettato le basi per un reale supporto biomeccanico e metabolico della sua performance.
Mi fermo qua per il momento!
Rimango a disposizione per info o approfondimenti.