IL PROBLEMA É CIÓ CHE MANGI

Una mezzoretta di esercizio al giorno, dalle 4 alle 5 volte alla settimana: ecco l’elisir di lunga vita. La scienza ripete questa filastrocca da anni ormai. Un’attività fisica regolare riduce il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, demenza e alcuni tipi di cancro.

Bla, bla, bla. Si, ok….Però perchè negli ultimi 50 anni l’obesità è aumentata in modo così drastico?

I casi sono 2: o l’attività fisica non c’entra nulla con lo stare in linea oppure l’essere umano mangia così male che la sola attività fisica non basta più.

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Ecco una serie di digressioni ispirate e tratte dalla lettura di vari studi scientifici e una incazzatura piuttosto seria nei riguardi di tutto ciò che ci sta accadendo in questi mesi finali di 2020, quando un virus sembra aver messo in ginocchio il mondo intero.

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UN SOVRAPPESO POCO FISIOLOGICO

Una cosa è certa: se guardo chi mi sta intorno vedo che la “pancia” rimane uno standard comune in chiunque, chi più, chi meno, sportivi o no, a qualsiasi età. Se osservo i compagni di classe di mio figlio undicenne vedo che più della metà di loro è già in sovrappeso. Se chiedo alle loro mamme di cosa si cibano i figli scopro che “mangiano tante porcherie” ma, tutto sommato, va bene così.

Un attimo: c’è qualcosa che non va.

É come se la consapevolezza che un cibo fa male sia meno importante del vedere il proprio bambino ingerirlo. Il meccanismo è distorto. Il cibarsi è di per sè un atto visto come salutare, mentre è soprattutto la qualità di ciò che mangiamo che fa la differenza. La nostra cultura ci gioca contro, partiamo male.

Ma andiamo per gradi.

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CORRO PER DIMAGRIRE O…PER NON INGRASSARE

Funny overweight sportsman on the run

La gestione alimentare in questa società è diventata una delle cose più problematiche in assoluto. La gente non sa da dove cominciare. Anche gli atleti più esperti, spesso, sono in crisi (ne ho le prove!). Non per niente il peso è anche il primo problema del runner e dello sportivo amatore.

Quante persone cominciano a correre per dimagrire? E in quanti corrono per non ingrassare e potersi permettere certi sfizi?! Ci basterà sommare le due risposte e avremo coperto la casistica del 90% degli sportivi sopra i 30 anni.

L’attività fisica è troppo spesso scambiata come unica fonte di salute e panacea di tutti i mali. Eppure, movimento o no, l’epidemia di obesità continua imperterrita. Ed è forse il caso di evidenziare la presenza di una corrente ben più subdola: quella delle persone con un indice di massa corporea tutto sommato normale, ma svariati problemi metabolici.

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NON SONO OBESO MA HO I PROBLEMI DI UN OBESO

Della serie “Non sono obeso ma ho i problemi di un obeso”: malattie cardiovascolari, metabolismo del glucosio alterato, problemi all’apparato digerente, ipertensione, etc etc etc.

Colpa della tipologia di vita che noi tutti conduciamo? Certo. Ma in questo casino l’unica vera medicina rimane sempre e solo ciò che ogni santo giorno “buttiamo dentro al serbatoio“. E, se non cominciamo a curare quello, non troveremo mai un ordine delle cose.

Secondo voi perchè questo maledetto COVID ci sta facendo penare l’anima…Forse perchè siamo un popolo che sta sulle balle ai patogeni?!

No. Siamo un popolo MALATO.

Le tante morti che questo virus sta provocando (e lo affermo con grande rispetto) sono la sottolineatura degli errori di una intera società. Se continuiamo a cercare tappi per le falle della salute senza capire che la salute stessa si costruisce dal basso, dalle fondamenta, anche attraverso la cultura dell’alimentazione, rischiamo seriamente di andare incontro ad una decimazione che questo o un altro virus, in futuro, eseguirà spietatamente.

“Mio figlio ha la febbre dottore”.

Fino a che la risposta sarà: “Gli dia un pò di tachipirina”…..E non: “Cosa dà da mangiare a suo figlio signora? Quante ore gioca alla playstation tutti i giorni? Che sport fa? É felice?”, avremo un problema, Watson.

Ma rimaniamo sull’alimentazione, non voglio allargarmi ulteriormente.

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LE COLPE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE

Partiamo da questa affermazione:

secondo i rapporti sul peso globale delle malattie di The Lancet, “una cattiva alimentazione genera più malattie che inattività fisica, alcol e fumo messi insieme(vedi 1). 

Forse qualcuno se ne sta accorgendo sulla propria pelle. Ecco perchè quella del biologo nutrizionista è diventata una figura che, negli anni, ha assunto una importanza straordinaria. Dopotutto qualcuno che si prende la responsabilità di portare cultura della salute, togliendola dal monopolio di grosse aziende e media, è sempre ben accetto.

Da quando è nata, l’industria alimentare, come ogni altra industria del pianeta, ha solo e sempre puntato alle vendite. Per vendere con continuità è necessario creare dipendenza nel consumatore. Per creare dipendenza occorre fare leva su prodotti che attivino il circuito del piacere e accompagnare il tutto con una pubblicità che infonda sicurezza.

Fra un biscotto dolce e uno amaro di quale si fa il bis?!

E se vediamo lo stesso biscotto consumato in TV fra i sorrisi di una allegra famigliola in salute, anche la nostra mente avrà chiuso il cerchio.

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PROBLEMI PRIMARI E SECONDARI

Dopo aver parlato di alimentazione come problema generale, proviamo a concentrarci su qualcosa di più specifico e tangibile. Qualcosa che, se colpito direttamente, possa dare dei risultati immediati.

Il bersaglio grosso si chiama ZUCCHERO. Non sarebbe un problema in una società coerente, ma evidentemente lo è diventato…….quindi facciamoci due domande. Dolci, pane, pasta, prodotti lavorati, bevande zuccherate: l’85% di ciò che troviamo in un comune supermercato.

I meccanismi chimici alla base dell’assunzione di zucchero favoriscono la fame. Ecco una soluzione semplice, diretta e specifica per rendere dipendenti le persone, per farle entrare in un circuito di consumo.

Uno studio/analisi del 2013 della disponibilità di zucchero a livello mondiale (vedi 2), ha rivelato che per ogni 150 calorie in eccesso di zucchero (una semplice lattina di una bibita), c’è un aumento di 11 volte della prevalenza di diabete di tipo 2, rispetto a 150 calorie identiche ottenute da grassi o proteine. E questo indipendentemente dal peso della persona e dal livello di attività fisica.

RIPETO: indipendentemente dal peso della persona e dal livello di attività fisica.

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IL BERSAGLIO GROSSO

Non che lo zucchero sia il solo colpevole di una situazione simile ma, fra i tanti problemi alimentari del pianeta, è in assoluto il più abnorme, quello su cui è impossibile sbagliare.

Una delle revisioni più autorevoli sulla nutrizione, uscita sul numero di gennaio 2015 della rivista on line Nutrition, condotta da un vasto pool di scienziati con a capo il Dott. Feinman (vedi 3) ha concluso che la restrizione dietetica dei carboidrati è il singolo intervento più efficace per ridurre tutte le caratteristiche della SINDROME METABOLICA (vedi 4 per la spiegazione del termine) e dovrebbe essere il primo approccio nella gestione del diabete, con benefici che si verificano anche senza perdita di peso.

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FOOD IS THE NEW TOBACCO

C’è uno studio bellissimo del 2009 che paragona l’industria alimentare a quella del tabacco (vedi 5). L’industria del tabacco ha bloccato con successo l’intervento dei governi per anni e anni a partire da quando sono stati pubblicati i primi collegamenti tra fumo e cancro ai polmoni. Questo sabotaggio è stato ottenuto utilizzando una fine strategia basata sulla pubblicità, sulla negazione dei problemi, sul dubbio e sulla confusione.

L’industria alimentare sta facendo da tempo la stessa identica cosa: “Sei obeso perchè non fai esercizio!”. E intanto, con le mani alzate, propina merda sugli scaffali.

Siamo invasi di prodotti inutili che forniscono calorie “vuote”, del tutto prive di nutrimento.

E la maggior parte di questi prodotti sono spesso associati allo sport (bevande gassate e dissetanti, barrette e altre porcate varie) ed è una cosa che sarebbe necessario finisse il prima possibile.

Ad oggi è possibile osservare sempre più atleti resistenti all’attività dell’insulina: giovani che osservano diete ricchissime di carbo quando gli basterebbe molto meno per ottenere gli stessi identici risultati senza rischiare di sviluppare un diabete di tipo 2 appena smettono di fare sport o, ancora peggio, in attività.

L’alimentazione deve essere al servizio dello sport, non il contrario. Ecco perchè è necessario informarsi, studiare, smuovere le coscienze.

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UNA SOLUZIONE POLITICA

Ci interessa crescere una società più sana? La speranza che i consigli alimentari facciano effetto ad oggi è ancora vana. Cominciamo ad introdurre tasse sul cibo spazzatura, sulle bevande zuccherate, sulla pubblicità di una precisa frangia di mercato. Ciò che è stato fatto col fumo deve essere fatto col cibo. Dobbiamo modificare dal basso l’ambiente alimentare, in modo che le scelte degli individui su cosa mangiare diventino scelte salutari (vedi 6).

La scelta sana deve diventare la scelta facile.

Sogni? Non credo. Saremo costretti ad arrivarci ad un certo punto. E mi auguro sia ancora per scelta e non per estremo bisogno.

Alla prox.

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Riferimenti scientifici:

  1. http://www.ecograffi.it/2015/12/da-the-lancet-loms-stima-il-peso-globale-delle-malattie-di-origine-alimentare-e-stato-lanciato-il-3-dicembre-2015/
  2. Basu S, Yoffe P, Hills N, Lustig RH. “The relationship of sugar to population-level diabetes prevalence: an econometric analysis of repeated cross-sectional data”. PLoS One. 2013;8(2):e57873. doi: 10.1371/journal.pone.0057873. Epub 2013 Feb 27. PMID: 23460912; PMCID: PMC3584048. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23460912/
  3. Richard Feinman et al “Dietary carbohydrate restriction as the first approach in diabetes management: Critical review and evidence base”. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0899900714003323
  4. Weiss R, Bremer AA, Lustig RH. What is metabolic syndrome, and why are children getting it? Ann N Y Acad Sci. 2013 Apr;1281(1):123-40. doi: 10.1111/nyas.12030. Epub 2013 Jan 28. PMID: 23356701; PMCID: PMC3715098. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23356701/
  5. Brownell KD, Warner KE. The perils of ignoring history: Big Tobacco played dirty and millions died. How similar is Big Food? Milbank Q. 2009 Mar;87(1):259-94. doi: 10.1111/j.1468-0009.2009.00555.x. PMID: 19298423; PMCID: PMC2879177. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19298423/
  6. Malhotra et al. “It is time to bust the myth of physical inactivity and obesity: you cannot outrun a bad diet” https://bjsm.bmj.com/content/49/15/967#xref-ref-4-

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